Quattro generazioni fa’, oppure nel 1954, mio bisnonno, Franz Wenter, si era fissato sull’idea di costruire un hotel a San Genesio. “Proprio qui?”, mi sono chiesta varie volte, un paese sconosciuto sia da lui che da sua moglie Maria, che entrambi provengono da altre parti. All’epoca era un paesino fuori dal mondo, non aveva una strada e così non poteva neanche averlo conosciuto passando. Infatti, l’unico mezzo che collegava San Genesio alla città di Bolzano era la funivia. Ed è infatti per questo che me lo immagino dentro la cabina della funivia, salendo sempre più in alto. Lo vedo davanti a me a contare, per farsi passare il tempo, i massicci delle Dolomiti. Forse era la prima volta che li ha visto così, nel Suo intero impressionante. Forse invece, era la posizione reclusa di questo paese che lo ha affascinato. Oppure l’altitudine di 1.100 metri e l’aria cristallina di montagna di cui più tardi dirà che è noto “per il suo clima mite come la riviera delle Dolomiti”. Sono proprio le sue esaltazioni di questo dépliant che mi fanno allo stesso momento divertire ma anche capire che tipo di persona era. Un visionario. Uno, che facevo ciò in cui credeva, indipendentemente dalle opinioni altrui. E così, più di 60 anni fa’ ha inaugurato il Suo hotel “paradiso al sole” in un paesino senza strada. Il Suo amore per questo mestiere lo ha trasmesso alle tre generazioni che lo seguivano e che, a loro volta, si sono attecchissi in questo paradiso con l’hotel “König Laurin” e l’hotel “Tschögglbergerhof”.
Nel frattempo, anche San Genesio ha ricevuto una strada. E come ogni buona storia, anche questa lascia trionfare il protagonista: la sua esaltazione sull’effetto benessere di un soggiorno in questa altitudine ormai è stato verificato da una rilevazione austriaca (AMAS Höhenstudie 2000), la funivia verrà ricostruita nel 2020 per reinserirla come principale mezzo di trasporto tra San Genesio e Bolzano. E noi? Questa storia sarà oggetto del prossimo racconto.